Che cosa succede se non si ritira la lettera di licenziamento: sorpresa dalla Cassazione

La Cassazione rivoluziona il copione: scopri cosa accade quando il destinatario decide di ignorare la lettera di licenziamento.

Nel mondo del lavoro, il licenziamento rappresenta un drastico cambio di scena, dove le motivazioni vanno dalla condotta inappropriata che intacca la fiducia aziendale alla necessità di ridurre i costi del personale in tempi di crisi aziendale.

Licenziamento e avviso di giacenza
Quando ignorare la lettera di licenziamento cambia le regole del gioco – ermesagricoltura.it

Recentemente, la Cassazione ha gettato luce su una questione intrigante: la validità del licenziamento anche se la raccomandata viene respinta e restituita al mittente. Una sentenza cruciale, la n. 15397 del 31 maggio, ha confermato che il licenziamento è pienamente valido anche in questa situazione, dando un colpo di scena alle aspettative. Ma cosa succede se il destinatario, per vari motivi, non si sforza di ritirare la raccomandata?

Cosa accade se non si ritira la lettera di licenziamento

La Cassazione ha spiegato che il mancato ritiro della raccomandata, quando l’avviso di giacenza è lasciato dall’addetto alle poste, non è una via legale per invalidare il licenziamento. Secondo l’articolo 1335 del Codice Civile, la proposta e ogni altra dichiarazione destinata a una persona si considerano conosciute quando raggiungono il destinatario, a meno che quest’ultimo possa dimostrare, senza colpa, di non averne avuto notizia.

Licenziamento ignorato: la verità dalla Cassazione
Cosa accade se la lettera di licenziamento resta inascoltata – ermesagricoltura.it

In pratica, se il postino lascia l’avviso di giacenza nella cassetta delle lettere, la raccomandata è considerata consegnata. Si hanno 30 giorni di tempo per ritirare una raccomandata alle poste, e anche se il destinatario fa orecchie da mercante e la lettera torna al mittente, il licenziamento è comunque a posto.

In una trama legale avvincente, la Cassazione ha messo in scena un caso intrigante. Una dipendente, impugnando il licenziamento dopo oltre 60 giorni dalla notifica, ha affermato di non aver ricevuto la lettera. Ma il datore di lavoro ha svelato la prova del suo intento inviando la raccomandata e dimostrando che l’avviso era in attesa all’ufficio postale. La Cassazione ha tuonato che rifiutare di ritirare la lettera è come lanciare un boomerang contro il lavoratore licenziato. Ignorare il contenuto dell’avviso può far scadere i termini per impugnare il licenziamento. Insomma, se il dipendente trascura di riscuotere la sua lettera, il licenziamento è comunque in piedi.

La Cassazione ha evidenziato che la contestazione deve avvenire entro 60 giorni dalla ricezione della lettera, e il mancato ritiro non intacca la sua validità. Nemmeno se il postino consegna la lettera di persona, rifiutarla è un’opzione che non tiene. La lettera sarà considerata consegnata, e il licenziamento avrà effetto dal giorno della consegna.

Impostazioni privacy