Morte di un coniuge separato, cosa spetta all’ex? In questi casi può avanzare queste richieste

Se il coniuge è separato ma non divorziato ha diversi diritti economici in caso di morte: dalla legge sull’eredità a quella sulla pensione.

La questione della successione del coniuge separato è un argomento complesso, delicato, che merita un’analisi approfondita. In queste situazioni, infatti, regna una certa confusione su cosa spetta o meno in caso di decesso di uno delle due parti. In primo luogo, è bene precisare un concetto basilare: in linea generale vi è una grossa differenza tra divorzio e separazione.

Morte ex coniuge separato cosa spetta
Cosa spetta all’ex in caso di morte del coniuge separato – ermesagricoltura.it

Mentre tutti i diritti del coniuge cessano definitivamente con il divorzio, poiché non sono più considerati eredi l’uno dell’altro, in caso di separazione e di decesso, l’altra parte può accedere automaticamente a diverse prestazioni economiche. Innanzitutto, è bene precisare che nel contesto della morte di uno dei coniugi separati, il superstite ha diritto all’eredità in qualità di legittimario. Oltre a questo, vi sono altrettanti diritti che spettano al coniuge separato, sebbene è impossibile negare che possono esserci possibili implicazioni.

Morte di uno degli ex coniugi, cosa spetta per legge: dall’eredità al TFR

Non tutti ne sono a conoscenza, ma in caso di morte di uno dei coniugi dopo la separazione, prima del divorzio, l’altro è considerato erede legittimo. In prima battuta, l’ex coniuge ha diritto alla pensione di reversibilità se il defunto era un lavoratore dipendente o pensionato. Nel caso in cui era ancora impiegato, il datore di lavoro deve versare al coniuge il TFR e le eventuali mensilità maturate.

Diritti in caso di morte ex coniuge
Eredità, TFR e pensione di reversibilità: cosa spetta al coniuge separato in caso di decesso dell’ex – ermesagricoltura.it

Tuttavia, c’è da precisare che in caso di addebito nella separazione, il coniuge separato può perdere il diritto all’assegno di mantenimento e all’eredità, ma potrebbe comunque ricevere un assegno alimentare in base alle condizioni economiche. Se il defunto ha lasciato un testamento, inoltre, l’ex coniuge è considerato erede legittimario e ha diritto a una quota minima dell’eredità detta “legittima”. Questa varia a seconda delle circostanze familiari, includendo un mezzo, un terzo o un quarto del patrimonio a seconda della presenza di figli, genitori del defunto, o di entrambi. Alla luce di ciò, è bene precisare che le quote spettanti all’ex coniuge separato variano sopratutto a seconda dell’esistenza o meno di un testamento.

Nel caso in cui non fosse presente un testamento? Senza di questo, il coniuge superstite partecipa alla divisione dell’eredità secondo le regole del codice civile. Diventa erede universale in assenza di figli, ascendenti o fratelli o sorelle. Nel caso in cui ci siano figli, il coniuge ha diritto alla metà dell’eredità; se ci sono due o più figli, il diritto si riduce a un terzo. In assenza di figli, ma con ascendenti e/o fratelli o sorelle, il coniuge ha diritto a due terzi dell’eredità. Il coniuge, inoltre, ha anche il diritto di abitare nella casa coniugale fino alla propria morte e di utilizzare l’arredamento al suo interno.

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