Processionaria del pino
(Traumatocampa pityocampa)
Cos’è
Traumatocampa (=Thaumetopoea) pityocampa è un lepidottero defogliatore che compie una generazione all’anno. Gli adulti sfarfallano dal terreno tra la fine di giugno e l´inizio di settembre, con un picco di sfarfallamento nel mese di luglio, a seconda delle condizioni climatiche. Dopo essere stata fecondata la femmina depone le uova a spirale intorno ad una coppia di aghi, ricoperte da squame dell´addome; l´incubazione delle uova dura in media un mese. Le larve neonate si possono trovare già a fine luglio alle quote più elevate, mentre nelle aree di pianura e di media collina, queste si osservano di solito a partire da fine agosto; nelle pinete costiere non compaiono in genere prima di settembre. Sin dai primi stadi di vita le larve si nutrono degli aghi, scheletrizzandoli.
Il primo nido autunnale (prenido) viene costruito in prossimità dell´ovatura e consiste in una rete di fili siricei che ingloba alcuni aghi parzialmente erosi. Con il procedere dell´autunno le larve formano altri ricoveri progressivamente più compatti, fino a formare il nido definitivo in corrispondenza dell´inizio dell´inverno. Le larve mature, in un periodo variabile a seconda delle condizioni climatiche dalla fine di febbraio all´inizio di aprile, abbandonano la pianta ospite e in fila indiana si dirigono in processione verso un luogo adatto in cui interrarsi. Infatti, ad una profondità variabile dai 5 ai 20 cm, esse formano la crisalide e rimangono in una condizione di sviluppo arrestato (diapausa), fino al sopraggiungere delle condizioni ambientali idonee allo sfarfallamento (a volte la diapausa può protrarsi anche per anni).
Cosa danneggia
L´insetto attacca prevalentemente esemplari di Pinus nigra e Pinus silvestris, ma può danneggiare anche altri Pinus (P. halepensis, P. pinea e P. pinaster), più raramente P. strobus, eccezionalmente i Larix e i Cedrus. Le infestazioni di processionaria interessano soprattutto le piante poste in aree soleggiate e si manifestano spesso con fluttuazioni graduali delle popolazioni, il cui culmine si presenta circa ogni 5 -7 anni.
Raramente il danno prodotto da questo insetto sulle specie ospiti è tale da pregiudicarne la sopravvivenza. Gli alberi colpiti presentano defogliazioni più o meno accentuate, risultano indeboliti e quindi maggiormente soggetti ad ulteriori attacchi di parassiti (per es. scolitidi).
Più gravi sono invece i problemi connessi alla presenza dei peli urticanti sul corpo delle larve a partire dalla 3^ età. A seguito del contatto diretto con le larve oppure in conseguenza della dispersione dei peli nell´ambiente, si registrano reazioni epidermiche e reazioni allergiche (soprattutto in soggetti particolarmente sensibili). A livello delle prime vie respiratorie, le reazioni infiammatorie possono essere particolarmente consistenti in occasione di inalazioni massive che non di rado si verificano tra il personale addetto alla manutenzione del verde non adeguatamente protetto.
Come si combatte
La lotta alla processionaria è regolamentata dal D.M. 17 aprile 1998. Per prevenire le infestazioni è bene evitare la messa a dimora di conifere del genere Pinus (in particolare di Pinus nigra) ad un´altitudine inferiore ai 500 metri s.l.m. e, in ogni caso, nelle zone particolarmente colpite dal parassita.
Per la lotta alla processionaria occorre intervenire in diversi momenti dell´anno.
In inverno (indicativamente tra dicembre e l´inizio di febbraio): è il periodo in cui ci si accorge della presenza dell’insetto, quando sono ben visibili sulla chioma, soprattutto nelle porzioni esterne, i nidi formati dalle larve. Altrettanto ben visibili sono le “processioni” che si osservano sui tronchi, sull’erba, sul selciato nel periodo primaverile che precede il loro interramento nel suolo. Attenzione però: la massima pericolosità dell´insetto coincide con il periodo immediatamente precedente all´apertura del nido . In questa fase occorre accuratamente evitare ogni contatto con le larve, altamente urticanti; pertanto, se da un lato è di fondamentale importanza, ove tecnicamente possibile, tagliare e bruciare i nidi larvali, dall’altro occorre operare con la massima cautela adottando adeguate misure protettive. Il taglio dei nidi riduce la pressione esercitata dall’insetto, ma non abbatte completamente l’infestazione.
A fine estate (indicativamente nella seconda metà di settembre): è il momento di effettuare 1 – 2 trattamenti alla chioma con preparati microbiologici a base di Bacillus thringiensis var.kurstaki. Dosi di 100-150 grammi di prodotto diluiti in 100 litri di acqua forniscono ottimi risultati nei confronti delle larve di prima e seconda età. Dosi superiori (fino a 300-350 g/hl di acqua) sono indispensabili nel caso di trattamenti su larve più grosse. Gli interventi vanno eseguiti nelle ore serali e in assenza di vento, avendo cura di bagnare la chioma in maniera uniforme. Trattandosi di un prodotto biologico, ha una limitata azione nel tempo ed è facilmente dilavabile; pertanto, in caso di forte infestazioni o di piogge successive al trattamento, è bene eseguirlo nuovamente dopo 4-5 giorni.
Si ricorda che Bacillus thuringiensis è del tutto innocuo per l´uomo, i vertebrati e gli insetti utili in genere. Risulta quindi particolarmente interessante per l´impiego in ambiente urbano.
Mezzi complementari di lotta sono inoltre costituiti dalle trappole a feromoni sessuali per la cattura massale dei maschi adulti. In parchi e giardini pubblici si consigliano 6-8 trappole/ettaro, distanti tra loro 40-50 metri, posizionandole nei punti più soleggiati; nelle pinete vanno collocate ogni 100 metri lungo il perimetro e le strade di accesso. L´installazione deve precedere di poco lo sfarfallamento degli adulti quindi, a seconda delle condizioni ambientali, va effettuata a partire dalla metà di giugno. Vanno fissate ad un ramo in posizione medio-alta e sul lato sud-ovest delle piante.
Gli interventi messi in atto contro la processionaria non possono tuttavia evitare il ripresentarsi in futuro di nuove infestazioni, pertanto non sono in grado di abbattere completamente la popolazione dell´insetto. Al contrario, devono perseguire l´obiettivo di contenerne per quanto possibile la diffusione e, di conseguenza, l´azione dannosa.
Per saperne di più:
- Crovetti A., Santini L. (1985) – Danni da insetti fitofagi alle alberature cittadine. – Atti Convegno “Entomologia urbana per la qualità della vita”. Atti Acc. Naz.It. Entomol. Rendiconti, XXX – XXXII (1981-84): 65 – 77
- Covassi M. (1985) – Piante minacciate nelle città e loro destino. – Atti convegno “Entomologia urbana per la qualità della vita”. Atti Acc. Naz.It. Entomol. Rendiconti, XXX – XXXII (1981-84): 197-220
- Tiberi R. (1987) – Thaumetopoea pityocampa: convenienza delle iniziative di controllo e possibilità di interventi razionali. – Atti del “Convegno sulle avversità del bosco e delle specie arboree da legno”, Firenze 15-16 ottobre 1987.
- Boselli M., Nanni C. (1990) – Processionaria del pino. – Agricoltura, 11, 66-68.
- Tiberi R., Roversi P.F. (1991) – Gli insetti fitofagi dannosi al verde urbano in Toscana: danni e possibili rimedi. – Comunicazione presentata al convegno “Gestione e protezione del verde urbano”, Disinfestazione, 8, 16-22.
- D´Offria E., Galbero G., Furlan G. (1996) – Lotta biologica contro la processionaria del pino. – L´Informatore Agrario, 23, 57-58
- Roversi P.F. (1997) – Problematiche connesse con attacchi in aree urbanizzate di lepidotteri defogliatori provvisti di peli urticanti. – Istituto Sperimentale per la Zoologia Agraria, Nota Tecnica n. 3 – www.inea.it/isza/